Nella sola Milano in media vengono effettuate circa 3000 procedure di sfratto per morosità ogni anno. La Lombardia è la regione italiana che ogni anno registra il maggior numero di procedure di sfratto, causa di questo triste primato sono gli affitti alti e dell’impossibilità degli inquilini di sostenere la relativa spesa.

Lo sfratto per morosità è un istituto giuridico piuttosto complesso, tuttavia, se spiegato in termini semplificati può essere facilmente compreso.

Per sfratto si intende il momento in cui l’inquilino, per differenti ragioni , è tenuto a restituire il possesso dell’immobile al legittimo proprietario.

Ad esempio, uno sfratto può essere richiesto nella misura in cui il contratto di locazione non è più rinnovato. Un altra motivazione per avviene la richiesta di sfratto è quando l’inquilino è moroso e non riesce a sostenere le spese per il canone mensile. Siamo nel caso di sfratto per morosità. In questo caso, oltre alla liberazione dell’immobile il proprietario ha la necessità di procedere anche al recupero dei canoni non pagati.

Da quali passaggi è composto l’iter dello sfratto? La prima fase generalmente si svolge in via stragiudiziale, cioè fuori della supervisione dell’autorità giudiziaria. in questa fase le parti provano a trovare un accordo al di fuori dell’intervento del tribunale. Qualora non si riuscisse a definire in via stragiudiziale, sarà necessario rivolgersi ad un legale.
Una volta arrivati alla “via legale” il giudice diviene di fondamentale importanza perché valuta la regolarità dello sfratto e indica un termine entro il quale l’inquilino deve liberare l’appartamento.

La procedura di sfratto, poiché passa attraverso un numero importante di attività formali, può avere una durata molto lunga. Un aspetto importante della procedura di sfratto è che non è soggetto alla sospensione feriale dei termini che avviene nel mese di agosto. Ciò consentirà alle parti di risolvere la controversia in tempi più celeri e terminare il procedimento di sfratto nel minor tempo possibile.